maga del gelo

 
maga del gelo
Maga delGelo….. Decisi che era tempo di lasciare Venezia per fare in modo che non venga sommersa dai ghiacci, andai nella biblioteca vicina, dove lavoravano mio cognato e mio fratello. Dissi loro che non c’era più tempo e dovevo partire, li salutai e gli dissi che mi avrebbero rivisto presto e che sarei andato a salutare Rebecca, mia moglie poi sarei partito, mio fratello mi prese in disparte e mi disse di aspettarlo all’aereoporto un’ora dopo, prima del mio imbarco. Salutai la mia sposa, potevo dire la mia sposina perché ci eravamo sposati soltanto da un mese, lei pianse ma io le dissi che non sarei stato via molto. Era triste, dovevo partire appena sposato e lasciare mia moglie da sola ma che altro fare, era dal giorno del mio matrimonio che dicevano che l’allarme era imminente e che forse, in un anno, Venezia non ci sarebbe più stata, dovevo fare qualcosa, era il luogo della mia infanzia, era piena di ricordi, era la mia città e speravo che fosse anche quella dei miei figli e avrei fatto qualsiasi cosa per combattere la disgrazia anche se non sapevo bene cosa… Mi incamminai verso l’aereoporto, presi una navetta e infine giunsi là, e lui era là, impassibile e immobile come da piccoli, lui era quello serio, posato e elegante io la peste burlona e così era sempre stato, come aspetto fisico ci assomigliavamo: capelli castani, occhi nocciola ma io ero quello più piccolo, avevamo cinque anni di differenza, lui era laureato in lettere e ora gestisce la biblioteca comunale insieme a mio cognato Lorenzo ma gli propongono diversi lavori e anche a me che sono laureato in climatologia ma rifiutiamo perché Venezia è la nostra città e nessuno potrà separare l’affetto che nutriamo per la nostra patria, lui si chiama Mauro e io Matteo, nostra sirella minore Marta… ci siamo sempre chiesti perché abbiamo tutti nomi con la m, mia madre si chiamava Maria e mio padre Michele. Nostra sorella ama viaggiare infatti ora ha deciso di venire con me al Polo Nord e mi aspetta là. Intanto io sono qui impalato che guardo mio fratello che viene mi viene in contro per abbracciarmi: <<Matteo, se dobbiamo salvare la nostra città dobbiamo farlo insieme perciò, anche se non posso venire per ora verrò di corsa in caso di problemi, vi fornirò le informazioni che cercate e vi dono questa, è un’antica leggenda ma magari… magari è la verità, lo sai anche tu che io sono un tipo scettico ma ora bisogna trovare il modo più veloce, il tempo stringe, cercate il posto indicato qui e parlate con chi è indicato, prendi>> e mi porse una pergamena e uno zaino <<Lo zaino dovrai aprirlo solo arrivato al polo ma la pergamena aprila in aereo, in modo che ti farai un’idea di cosa parlo, nello zaino ci sono delle coperte e dei sacchi a pelo super termici e che occupano poco spazio, tre borracce, una che non dovete usare mai e due per le cose da bere, un sacco di cibo e due cellulari che prendono anche in fondo al mare, al Polo Nord, insomma, dappertutto, sono super tecnologici e mi permetteranno di seguire i vostri movimenti e permetteranno a voi di chiedermi qualunque cosa in contatto visivo, sono subacquei quindi non abbiate paura e avete anche due tute da nuoto che vi staranno stare al caldo con delle bombole di ossigeno e delle corde>> concluse << Ma come fa a stare tutto qui dentro?>> obbiettai io << Qui c’è metà della roba, il resto ce l’ha Marta, tutto chiaro?>> mi chiese << Chiaro, spero di tornare presto>>dissi <<Mi mancherai fratello>> <<Anche tu, tranquillizza Rebecca>> <<Ci penso io! Ora vai o perderai l’aereo>> mi rincuorò <<Vado, ci vediamo presto!>> <<Ciao!>> Durante il viaggio mi misi a osservare la pergamena e decisi di aprirla, vi lessi queste parole: “Un giorno i ghiacci si scioglieranno Senza fare ritorno, l’acqua sommergerà ogni città non sopraelevata e solo una cosa potrà fare per essere salvata, chiedere ausilio dovrà alla maga del gelo che di come di ghiaccio ricopre un velo, se questo fatto non sarà la città sommersa verrà e di essa più nulla rimarrà il solstizio d’estate tutto accadrà se il mago del gelo non aiuterà Poi c’era una piantina, era il 16 giugno, mancavano solo quattro giorni, quattro miseri giorni per salvare un’intera popolazione e la mia città, se ce l’avessi fatta sarebbe stato un miracolo! Sempre che la maga del gelo esistesse veramente, ma se la leggenda aveva convinto mio fratello, il più scettico tra gli scettici allora ci credevo anch’io… Passai il resto del mio viaggio a consultare la mappa. Al mio arrivo all’aereoporto trovai mia sorella, non potei fare a meno di notare che era l’opposto di mio fratello, divertente, simpatica, sorridente…. Io avevo trentadue anni allora, mio fratello trentasette e mia sorella ventidue, era molto giovane ma era una grande esploratrice ed era molto coraggiosa. Mi aspettava in piedi, sorridente, con i capelli mori, gli occhi verdi e il suo sorriso unico. Mi corse in contro e mi abbracciò, <<Ciao fratellone! Come sta la tua mogliettina??? Dopo il marimonio sono stata in Cile, un paese stupendo! E quel brontolone di Mauro, tutto ok? Ho saputo che ci ha fornito molta attrezzatura, tu hai già visto il tuo super cellulare nuovo??? Io lo adoro! L’ho anche usato nella vasca da bagno, è vero che è subacqueo… allora, cosa si fa??? Andiamo??? Su, perché non parli???>> si affrettò a dire lei << Dobbiamo andare subito, non c’è tempo, andiamo a Nord, la mappa dice che quello che cerchiamo è nel punto più a Nord del mondo, se abbiamo fortuna in un giorno di camminata senza sosta ce la faremo… forza, mettiamoci in marcia ma prima chiamiamo Mauro>> <<Ok, capo!>> Camminammo incessantemente per 24 ore, io ero svasato ma mia sorella era ancora tutta intera, quando arrivammo ad un palazzo di ghiaccio, davanti al quale ci lasciammo sfuggire un wow! Di meraviglia e così avvisammo mio fratello che eravamo arrivati. Entrammo, c’era un buio tremendo, che mi metteva i brividi, accendemmo una specie di torcia dal nostro cellulare che aveva mille applicazioni diverse, il soffitto gocciolava, in mezzo alla stanza c’era un trono, sempre di ghiaccio, finemente decorato con motivi armoniosi e scene di magia e di antica mitologia greca. Improvvisamente la figura si girò e rimasi a bocca aperta, una fanciulla sorridente che mi guardava e ci chiese:<<Che fate qui, stranieri?>> Io mi feci avanti e le chiesi ciò che vorremmo ma lei rispose <<Mi dispiace, ora io non piango più e non posso più raffreddare il mondo con le mie lacrime lacrime, io piangevo per essere stata esiliata dall’Olimpo anche se non avevo colpa ma ora mi hanno perdonata e sono felicissima!>> Sentii una stretta al cuore e decisi di inginocchiarmi <<Mia dea, noi la preghiamo come umili umani di piangere, almeno così salverà la nostra città>> ma lei rimase impassibile << Io ho il permesso di fare solo buone azioni così dovete mostrarmi che la vostra città è una buona città e merita di essere salvata. Così la maga del gelo, rivelatasi infine dea del freddo venne a Venezia la sera stessa e capì che era una città stupenda così la salvò liberando un po’ del suo potere a solo un giorno dal solstizio d’estate e la mia adorata Venezia fu salva. Queste righe le scrivo nel 2031, vent’anni dopo quel solstizio del 2011 ho avuto tre figli da allora: Marco, Mattia e Marisa e forse un giorno anche loro faranno qualcosa di grande per salvare la loro città. Ancora oggi però mi chiedo se i nostri problemi non li risolvano veramente gli dei i nostri problemi che, a volte, sembrano risolversi in modo magico anche se nessuno saprà mai della loro esistenza come nessuno saprà mai che Venezia è stata salva grazie a noi e alla maga del cielo, voglio dire, della dea del freddo ;)
 
bacieabbracci2011
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